Da Shakespeare ai poveri cristi: doppio teatro civile alle Orestiadi
Sabato 12 luglio 2025, al Baglio di Stefano a Gibellina (Trapani), il Festival delle Orestiadi propone due appuntamenti distinti ma accomunati da uno sguardo lucido sull’umano. Si comincia alle ore 19.30 con Mezzi sogni d’estate. Capitolo I: Piramo & Tisbe, drammaturgia e regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi. Lo spettacolo, una prima nazionale, coinvolge la compagnia teatrale palermitana Dadadàun, composta da giovani attori e attrici con sindrome di Down.
Una compagnia inclusiva e sperimentale
Piramo e Tisbe riletti da attori fuori dal canone
Il lavoro rielabora con tono giocoso e intelligente uno degli episodi più noti del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. In scena, una banda di attori-artigiani improvvisa una messinscena caotica e poetica della tragedia di Piramo e Tisbe, provocando effetti comici e disarmanti. Il progetto, realizzato con il sostegno dell’otto per mille della Chiesa Valdese, è l’ultimo tassello di un percorso ventennale che ha portato la compagnia a costruire un linguaggio espressivo autonomo, libero dalle convenzioni.
Un laboratorio sull’inconscio collettivo
Il teatro come atto necessario di comunicazione
Gli attori e le attrici della compagnia interpretano ruoli emblematici – il muro, la luna, il leone – in un gioco che sovverte i codici e restituisce al teatro la sua funzione originaria: essere specchio del reale e luogo di libertà. L’allestimento si muove tra sogno e coscienza, evocando un’umanità autentica e vulnerabile, capace di sorprendere e di interrogare. Il risultato è una parodia che diverte e commuove, e che riporta in primo piano il valore della diversità come motore creativo.
Una narrazione civile e popolare
Ascanio Celestini racconta l’umanità marginale
Alle ore 21 lo spazio passa ad Ascanio Celestini, protagonista dello spettacolo Poveri Cristi, parte della sezione #storiedioggi. L’autore e narratore romano propone un affresco di storie raccolte negli ultimi dieci anni, da facchini a Lampedusa a operai, da migranti a ex detenuti, mettendo in scena un’umanità fragile ma resistente. Ad accompagnarlo, le musiche dal vivo di Gianluca Casadei alla fisarmonica.
Un racconto intonato alla realtà
Il teatro come forma di restituzione collettiva
Celestini usa la lingua popolare per dare voce a chi normalmente non ne ha. I suoi “poveri cristi” sono testimoni silenziosi del nostro tempo: figure ai margini che riescono ogni giorno, con piccoli miracoli quotidiani, a restare al mondo. La tecnica dell’interplay con il musicista dà vita a un racconto che si rinnova ogni sera, come una jam session tra parola e suono. Il pubblico è chiamato non solo ad ascoltare, ma a riconoscersi nelle storie narrate, in un’esperienza teatrale che rompe le barriere tra palco e platea.
Biglietti e accesso
Come partecipare ai due spettacoli
I biglietti per entrambi gli eventi sono disponibili online su www.fondazioneorestiadi.it. Si consiglia la prenotazione anticipata per garantire l’accesso.