A Palermo c’è la tappa siciliana di “Tramonto Occidentale”, il concerto-tributo che rende omaggio all’opera di Franco Battiato attraverso una rilettura scenica e musicale della sua produzione. Sabato 12 luglio, nel cuore del Parco Villa Filippina, il collettivo musicale diretto da Luca Incorvaia porterà sul palco una selezione di brani che attraversano l’intero arco creativo del compositore, dagli anni sperimentali fino alle stagioni più introspettive.

Il progetto si fonda su un impianto sonoro essenziale ma articolato, in cui le voci e gli arrangiamenti cercano fedeltà filologica senza rinunciare a un’interpretazione personale. Il repertorio proposto è costruito in modo da restituire la varietà lessicale, la profondità spirituale e l’articolazione musicale tipiche della poetica battiatesca. L’uso calibrato dell’elettronica, in equilibrio con strumenti acustici e timbriche minimali, consente di restituire l’atmosfera rarefatta e visionaria che contraddistingue molte delle sue composizioni.

Villa Filippina: cornice storica per un viaggio musicale
Un contesto architettonico settecentesco ospita la musica d’autore

La scelta del Parco Villa Filippina come sede del concerto non è casuale. Situata in pieno centro a Palermo, la struttura settecentesca è oggi uno dei poli culturali più attivi della città, luogo di incontro tra scienza, arti performative e musica. Lo spazio scenico allestito all’interno del chiostro monumentale offrirà un’ambientazione raccolta e suggestiva, capace di valorizzare l’intensità lirica e filosofica delle composizioni eseguite.

Nel dialogo tra pietra storica e suoni contemporanei si ricompone simbolicamente anche l’intera parabola creativa di Battiato, artista che ha saputo coniugare tradizione e avanguardia, ricerca spirituale e sperimentazione estetica.

Una formazione votata alla fedeltà interpretativa
Cinque musicisti ripercorrono con rigore la complessità battiatesca

Il collettivo che porta in scena “Tramonto Occidentale” è composto da cinque musicisti provenienti da percorsi diversi ma accomunati da una formazione rigorosa e da un approccio rispettoso verso il repertorio originale. Il lavoro sulla voce, al centro della proposta artistica, segue le direttrici dell’interpretazione vocale senza imitazione, ricostruendo la tensione lirica che caratterizzava le esecuzioni di Battiato senza ricalcarne le inflessioni.

Particolare attenzione è stata riservata alla costruzione drammaturgica dello spettacolo, che non si limita alla sequenza di brani ma propone una narrazione musicale coerente, in grado di accompagnare il pubblico attraverso le fasi salienti dell’opera dell’artista catanese: dalla sperimentazione sonora degli anni Settanta, fino ai cicli più meditativi legati alla produzione mistica e filosofica.