Marinareddu e la Nuova Lingua: il suono torna dal mare

Marinareddu e la Nuova Lingua: il suono torna dal mare

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Il secondo giorno del Marosi Festival 2025 si apre con una performance sull’acqua che unisce la tradizione cantautorale siciliana alla prospettiva del viaggio. Alle ore 19 da Ficogrande parte Marinareddu, esperimento performativo ideato da Maria Violenza, alias della musicista palermitana Cristina Cusumano. A bordo di una barca tradizionale guidata da pescatori locali, l’artista interpreta un repertorio che rievoca la figura della cantastorie Rosa Balistreri, con storie d’amore, protesta e denuncia sociale. L’intervento sonoro è pensato come un atto di trasmissione culturale in chiave femminile, ripensando la relazione con il mare come soggetto attivo. La barca con l’artista si dirige verso Ginostra, seguita da un secondo gruppo di spettatori imbarcati su una diversa imbarcazione. Per chi non dispone di barche proprie è previsto un servizio a/r al costo di 15€, informazioni al 340 0774553.

Storie sommerse
Liuba Scudieri racconta leggende mediterranee in navigazione

Alle ore 19:45, prima del tramonto, nel tratto di mare davanti alla spiaggia de La Lena, la narrazione prende forma grazie a Liuba Scudieri, cantastorie e antropologa napoletana. In Della donna Pesce e altri racconti, l’artista intreccia la leggenda di Colapesce con frammenti raccolti sull’isola durante la sua residenza, attivando un racconto itinerante che prosegue fino a Ginostra. La narrazione si colloca in un luogo storicamente legato alla vita agricola dell’isola, evocando memorie locali attraverso il linguaggio orale. L’intervento si inserisce nella logica del festival di riscoperta del patrimonio immateriale isolano, in un continuo dialogo tra paesaggio e voce.

Eco tra i villaggi
A Ginostra prende vita La Nuova Lingua di Nicola Ratti

Alle ore 20:30 nella piazzetta dei Caduti di Ginostra viene presentata La Nuova Lingua, progetto di ricerca sonora di Nicola Ratti, sound artist milanese. Dopo una prima fase di esplorazione sul campo, l’artista restituisce al pubblico una narrazione sonora di taglio documentaristico che ricostruisce la fittizia realizzazione di specchi acustici tra Stromboli e Ginostra nel 1978. Il lavoro, pur immaginario, si sviluppa come un’ipotesi alternativa di comunicazione analogica, proponendo l’idea di un linguaggio sonoro autonomo sviluppato tra le due comunità. L’opera agisce come archivio di ascolto e riflessione critica sulla percezione del paesaggio sonoro, interrogando il rapporto tra realtà e finzione. L’intervento si inserisce nella sezione sound art del festival, con attenzione alle relazioni ecologiche tra suono, territorio e memoria collettiva.

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Data e ora

15-06-2025 h. 19:00
 

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